Il campo geotermico di Torre Alfina è stato scoperto dall’ENEL nel 1973. Durante più di dieci anni, sono state esplorate le sue caratteristiche geologiche, fisiche e chimiche. Sono stati perforati 10 pozzi con profondità da 600 a 4.826 metri che hanno trovato un serbatoio geotermico esteso di permeabilità molto variabile. Il serbatoio costituito di rocce carbonatiche ha la forma di un fungo che contiene alla sua sommità (a una profondità di 600 m) una cappa di gas (anidride carbonica) dello spessore di circa 100 m; al di sotto nei pori e nelle fratture della roccia si trova la fase liquida (acqua a temperature tra 125 °C e 200°C nella quale sono disciolti vari gas a altre sostanze) per uno spessore superiore a mille metri. Il serbatoio è attraversato da numerose faglie e fratture.
Tutta la zona costituisce l’area del permesso di ricerca “Castel Giorgio – Torre Alfina” che corrisponde alla concessione di coltivazione di fluidi geotermici “Torre Alfina” di cui titolare fu Enel Green power.
2007
29 dicembre – Con determinazione del Direttore del Dipartimento di competenza n.3243 del 29 dicembre 2007, vedi il Bollettino Ufficiale della Regione Lazio, n.3 – Parte prima, del 21/01/2008), l’area della concessione viene ridotta alla sola area ricadente nella Regione Lazio, trasformata in concessione mineraria per anidride carbonica ed accordata per 10 anni alla Società Enel Produzione S.p.A. che dichiarò di non volere proseguire la coltivazione mineraria dei fluidi geotermici adducendo come motivi “… sia la forte opposizione allo sviluppo geotermico da parte delle popolazioni locali, che della Provincia di Viterbo, nonché la non convenienza economica del progetto di coltivazione mineraria stessa.”
2011
19 luglio – La società ITW&LKW presenta una richiesta di permesso di ricerca per due impianti pilota: quello di Castel Giorgio che insiste sulla parte umbra della concessione mineraria originaria, e quello di Torre Alfina che interessa la parte della concessione sita nel Lazio e dedicata all’estrazione di CO2, il cui sfruttamento era stato ripreso dalla Consorgas e infine abbandonato nel 2009.
2013
3 ottobre – L’ITW&LKW presenta al Ministero per l’Ambiente e la Tutela del Territorio e del Mare istanza di avvio della procedura per la dichiarazione di compatibilità ambientale per il progetto pilota Castel Giorgio.
2015
19 agosto – Presentata l’istanza corrispondente per l’impianto pilota Torre Alfina (vedi qui per la documentazione).
2017
2 agosto – Per il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare (MATTM), la CTVIA (Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale) emette parere positivo con prescrizioni sul progetto pilota di Torre Alfina. Il Ministero dei Beni Culturali e del Turismo (MIBACT) invece esprime parere negativo per la presenza nell’area di un vincolo paesaggistico, cioè il fatto che con il D. M. del 12 maggio 2011 l’area è stata dichiarata “di notevole interesse pubblico”. Argomenta il MIBACT: “… che l’altopiano rappresenta uno degli ultimi esempi regionali di realtà agricola in equilibrio con l’ambiente, che si è mantenuta integra e che si coniuga con la valenza archeologica, essendo il comprensorio dell’Alfina interessato da presenze umane dalla preistoria al pieno medioevo ed oltre” e che, pertanto, “le soluzioni prospettate per la realizzazione dell’elettrodotto di collegamento tra l’impianto geotermico e la cabina elettrica, aerea o interrata, tagliano zone di elevata sensibilità paesaggistica e che, inoltre l’inserimento dell’impianto ORC di trasformazione dell’energia geotermica all’interno della Cava Le Greppe risulta in contrasto con il recupero ambientale e paesaggistico dell’area”.
22 dicembre – Il Consiglio dei Ministri, chiamato a comporre il dissenso tra MATTM e MIBACT, ritiene che non sussistono le condizioni per consentire la prosecuzione del procedimento.
2018
24 gennaio – Il MATTM esprime giudizio negativo di compatibilità ambientale.
19 febbraio – Contro questi provvedimenti fa ricorso l’ITW&LKW,
2019
6 novembre – Il TAR Lazio accoglie il ricorso (vedi news),
2020
2 luglio – I Comuni di Acquapendente, Castel Giorgio e Orvieto presentano un ricorso in appello contro questa decisione, la cui udienza pubblica è fissata al 22 ottobre 2020.
2021
8 febbraio – Il Consiglio di Stato, con la sentenza 8 febbraio 2021 n. 1399 (leggi qui), ha accolto l’appello dei Comuni di Acquapendente, Castel Giorgio, Castel Viscardo e Orvieto (vedi news qui). L’impianto non si può fare.