La sentenza su Torre Alfina: una prima vittoria per l’ambiente

Con grande sollievo e soddisfazione trasmettiamo il comunicato stampa, preparato dall’avvocato Michele Greco, sulla sentenza del Consiglio di Stato che mette la parola fine al progetto pilota geotermico di Torre Alfina. Da rilevare un aspetto di fondamentale importanza: la sentenza afferma la prevalenza della tutela dell’ambiente sulla promozione delle energie rinnovabili.

COMUNICATO STAMPA (8.2.2021)

Il Consiglio di Stato, con la sentenza 8 febbraio 2021 n. 1399 (leggi qui), ha accolto l’appello con il quale i Comuni di Acquapendente, Castel Giorgio, Castel Viscardo e Orvieto per il tramite dell’Avv. Michele Greco, esperto in diritto dell’ambiente, hanno impugnato la sentenza del TAR per il Lazio che aveva accolto il ricorso della società ITW&LKW spa, intenzionata a realizzare un impianto geotermico pilota (denominato “Torre Alfina”).

La sentenza ha un’importanza straordinaria, non soltanto perché ha messo la parola fine sul progetto pilota geotermico Torre Alfina, che non potrà essere realizzato avendo ricevuto giudizio negativo di compatibilità ambientale ormai definitivo, ma anche perché ha affermato una serie di principi che faranno giurisprudenza in materia di geotermia e tutela dell’ambiente.

Il Consiglio di Stato ha infatti accolto in toto le argomentazioni dell’Avv. Michele Greco poste a fondamento dell’appello ed ha riconosciuto che “il favor ordinamentale per la geotermia non oblitera le esigenze di tutela ambientale e paesaggistica, corollario diretto dei principi costituzionali fissati dagli articoli 9,32 e 117 Cost.; difettano, invero, disposizioni che consentano la deroga alle ordinarie forme di tutela dei valori in discorso, il cui primario rilievo costituzionale esclude, sotto altro aspetto, che si possa pervenire a tale risultato in via interpretativa”.

In altre parole, il Consiglio di Stato ha chiarito una volte per tutte che, anche se finalizzati alla produzione di energia asseritamente rinnovabile, gli impianti geotermici sono comunque tenuti a rispettare le disposizioni di tutela in materia ambientale e paesaggistica, di rilevanza costituzionale e assolutamente inderogabili, senza poter godere di alcuna corsia preferenziale.

Si tratta di una sentenza che cambierà per sempre il destino dei procedimenti autorizzativi di questo tipo di impianti, troppo spesso localizzati in zone assolutamente inidonee ad accoglierli, sacrificando così aree incontaminate dal punto di vista ambientale e paesaggistico per la produzione di pochi kw di energia.

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